Domande frequenti
Ti è mai capitato di sentire o pronunciare frasi del tipo “Dallo psicologo proprio come ultima spiaggia, non sono mica matto, devo farcela da solo, dallo psicologo ci vanno le persone malate, parlare non risolve i problemi, lo psicologo è per le persone deboli, nessuno può capirmi, parlare con un amico è già psicoterapia,…”? Queste sono solo alcune delle false credenze che girano attorno alla figura dello psicologo psicoterapeuta.
Al contrario, io ritengo che in alcuni momenti della vita, ricevere un aiuto da qualcuno di esterno, non coinvolto emotivamente con te come potrebbe esserlo un amico, è proprio ciò di cui potresti aver bisogno. Chi si rivolge a me è perché sta vivendo un momento particolare di disagio esistenziale, difficoltà personali e relazionali: da parte mia troverà accoglienza e sostegno. Io non dò consigli, non stabilisco cosa è giusto o sbagliato, non giudico, non risolvo i problemi. Ritengo piuttosto che la persona meriti di essere ascoltata e accompagnata laddove voglia andare: il mio compito è, metaforicamente, quello di illuminarle da dietro la strada e seguirla nelle sue intenzioni.
Considero molto coraggiose le persone che intraprendono un percorso psicologico, perché lavorare su di sé può spaventare, ma concedersi questa possibilità, nonostante la paura, è un atto di coraggio, di amore per se stessi e può rivelarsi un viaggio meraviglioso.
La durata di un percorso psicologico o di psicoterapia non è definibile a priori, ma dipende da numerosi fattori: la problematica portata, quanto la persona sia intenzionata e motivata, l’impegno e lo sforzo messi in atto, la continuità, ecc.
Nel mio lavoro tengo in considerazione tutti questi aspetti e, in accordo con la persona, strutturiamo man mano insieme il percorso: obiettivi, modalità e tempi.
Il fine ultimo della terapia è l’autonomia: acquisire la capacità di autosostenersi, diventando il terapeuta di se stessi. Imparare a prendere decisioni, scegliere e muoversi con responsabilità permette di giungere ad un benessere e ad una qualità di vita migliore per la persona.
Dunque, la psicoterapia è utile per scoprire e sperimentare nuovi modi di stare al mondo, nuovi comportamenti, nuove vie, per poi poter scegliere responsabilmente la propria strada.
Psicologo: professionista che ha conseguito la Laurea magistrale o Vecchio Ordinamento in psicologia e l’abilitazione alla professione tramite Esame di Stato. Si occupa di diagnosi, attività di abilitazione-riabilitazione, sostegno in ambito psicologico rivolte a persone, gruppi, organismi sociali e comunità. Può lavorare in ambito giuridico, scolastico e sportivo. Non può fare terapia né prescrivere farmaci.
Psicoterapeuta: professionista che, dopo la Laurea magistrale o v.o. (in psicologia o medicina) e l’abilitazione, ha conseguito la specializzazione quadriennale in psicoterapia (presso scuole riconosciute dal Miur). Aiuta la persona a migliorare la qualità della propria vita, utilizzando strumenti e tecniche differenti a seconda del proprio approccio terapeutico. Possono prescrivere terapia farmacologica solo gli psicoterapeuti medici (iscritti all’albo dei medici).
Psichiatra: professionista laureato in medicina e specializzato successivamente in psichiatria. Può prescrivere farmaci e psicofarmaci. L’uso del farmaco è consigliabile per ridurre il sintomo, quando questo risulta invalidante nella vita quotidiana della persona. Tuttavia, nella maggior parte dei casi, è consigliabile associare alla terapia farmacologica un percorso di psicoterapia, che tramite l’utilizzo della parola facilita l’elaborazione di disagio e vissuti emotivi disturbanti.
In alcuni casi si rende necessario un lavoro di squadra e per questo collaboro con la figura professionale dello psichiatra: il nostro lavoro in parallelo consente di fornire alla persona una presa in carico e un sostegno a 360 gradi.