Approccio

La Gestalt

Il mio lavoro si inquadra nella cornice teorico-esperienziale della Gestalt ad indirizzo fenomenologico esistenziale.

 

Secondo quest’ottica sono fondamentali due concetti:

  • L’esistere, cioè l’esserci nel tempo, dove l’esperienza è centrale e l’obiettivo non è diventare “sani” ma trovare il modo di fare della propria vita qualcosa di interessante e soddisfacente. In una psicoterapia ad orientamento esistenziale, l’intervento consiste soprattutto nell’aprire nuove strade per nuovi tentativi, al fine di raggiungere la qualità di vita migliore per la persona.
  • Il fenomeno, inteso come figlio della percezione: da differenziare tra fenomeno primario (ciò che succede fuori, oggettivo) e fenomeno secondario (l’effetto che mi fa dentro, soggettivo). Strumento chiave della psicoterapia della Gestalt è mettere l’attenzione su quello che si sente, prima che sul pensiero, perché il sentire dà senso e allo stesso tempo rivela l’intenzione di chi sente.

Emozioni e sensazioni ci danno una conoscenza diretta del mondo, insostituibile per vari motivi, tra cui l’essere fonte del piacere di vivere. Come ci ricorda Paolo Quattrini, vivere senza sentire è solo l’ombra della vita.
Pensare è una funzione del cervello che pone ogni cosa al centro di una rete vastissima di significati e apre straordinari ventagli di possibilità alle persone. Quello che non fa è dare sensazioni. Per quanto si pensi, la vita non diventa più soddisfacente.
Sentire e pensare sono coinquilini inseparabili del corpo. Il corpo è quindi contemporaneamente luogo della riflessione e dell’esperienza percettiva (Merleau-Ponty).

La psicoterapia della Gestalt si basa su una conoscenza fenomenologica del mondo, che implica necessariamente conoscere contemporaneamente anche se stessi, attraverso il proprio sentire, con le sue implicazioni esistenziali. Impossibile da attuare, per me psicoterapeuta, se lavorassi in posizione asettica, fuori dal contesto della relazione, utilizzando stessi protocolli con persone diverse.

Come gestaltista, mi impegno a mettermi in gioco e in ascolto di me stessa e dell’altro, faccio i conti con la mia realtà esistenziale anche mentre sono in seduta con la persona. Non ricopro una posizione neutrale, ma sono parte in causa del processo terapeutico: la relazione diventa così strumento primario di terapia.  Ascolto empatico, sospensione del giudizio e creatività sono aspetti fondamentali del mio lavoro.

Chi si rivolge a me e si accomoda nel mio studio merita di essere riconosciuto nella sua unicità, con tutto il suo valore. Rispetto la specificità delle persone, per questo ritengo importante chiedere “Cosa vuoi da te stesso? Io come posso esserti utile?”. Questi interrogativi mi permettono di arrivare all’intenzione della persona e da qui direzionare l’intervento.

Ci sono anche altri aspetti dell’approccio gestaltico che caratterizzano il mio modo di lavorare in terapia:

  • Il dialogo tra le parti interne: intese come pluralità di sé da integrare e armonizzare, tra le quali creare ponti e scambi; uno strumento di trasformazione modulato direttamente su quei conflitti interiori che inevitabilmente esistono in presenza dei tanti e diversi bisogni che muovono continuamente l’essere umano.
  • L’importanza del “qui e ora”: scelta e creatività possono esistere solo nel qui e ora, cioè in un momento determinato nel tempo e nello spazio, dove esistono specifici oggetti, specifiche situazioni, specifiche emozioni. E’ impossibile prendere decisioni al di fuori di un contesto, reale o immaginario che sia.
  • La responsabilità: etimologicamente “abilità a rispondere”. In Gestalt, già dalla prima seduta, il terapeuta lascia che sia la persona a riconoscersi la responsabilità: quando chiedo “In cosa ti posso aiutare?” sto invitando la persona a decidere in quale modo cominciare la seduta, quale relazione stabilire nel qui e ora con me e a stare in contatto con le sue intenzioni; allo stesso modo, io mi muoverò in base alle mie decisioni responsabili. Così facendo, co-costruiremo il nostro stare insieme nello spazio terapeutico.
  • L’uso della metafora come strumento evocativo, e non interpretativo. Mezzo e scopo della psicoterapia della Gestalt è manifestare il proprio mondo interiore: questo può essere facilitato accompagnandosi con l’uso di metafore. Una che utilizzo spesso in terapia è quella dell’onda. Per un approfondimento clicca qui
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